Decreto rilancio – contributo a fondo perduto

gestione stress
L’importanza della gestione dello stress
10 Giugno 2020
post lockdown
Post lockdown: botteghe e artigiani meglio della grande distribuzione?
2 Luglio 2020
decreto rilancio

 Con l’inizio della #fase2, moltissimi imprenditori hanno finalmente potuto sperare in una rinascita della propria attività. L’ultimo contributo del Governo volto ad aiutare le aziende italiane a compiere questo passo con maggiore serenità si è concretizzato nel cosiddetto Decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020 n. 34), che, in particolare all’art. 25, introduce finalmente l’attesissimo contributo a fondo perduto per le imprese e gli autonomi che si trovino in crisi di liquidità post emergenza Covid-19.

Si tratta di un’agevolazione che va ad aggiungersi alle altre forme di incentivo già introdotte dai precedenti decreti ministeriali (per il cui approfondimento ti rimandiamo ai nostri articoli sui D.M. #Cura Italia e #Liquidità). In questo caso, il finanziamento viene erogato non più dall’INPS, ma direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Esaminiamo dunque più nel dettaglio questa nuova, attesissima, misura volta a sostenere tutti quelli imprenditori colpiti dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria. Come sempre, noi di Andrew & Sax Advisor spa siamo al tuo fianco per aiutarti a presentare l’istanza correttamente, semplificandoti notevolmente la vita!

A chi spetta il contributo a fondo perduto? 

In base alla nuova normativa, potranno beneficiare di tale agevolazione:

  • I soggetti esercenti attività d’impresa;
  • I soggetti esercenti attività di lavoro autonomo;
  • I soggetti esercenti attività di reddito agrario;
  • I titolari di partita IVA;
  • Gli enti non commerciali (compresi quelli del terzo settore e religiosi civilmente costituiti), purché in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

Del tutto escluse dalla misura agevolativa, invece, le seguenti categorie:

  • I soggetti che abbiano cessato la loro attività a partire dal 31 marzo 2020;
  • Gli enti pubblici;
  • Gli intermediari finanziari e le società di partecipazione;
  • I contribuenti che, in base al decreto #CuraItalia, hanno diritto a percepire il cosiddetto bonus 600 euro previsto per i lavoratori co.co.co. e per i lavoratori dello spettacolo;
  • Tutti coloro iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.

Quali sono i requisiti per accedere al contributo a fondo perduto?

Per poter accedere all’agevolazione introdotta dall’art. 25 del Decreto Rilancio occorre che siano soddisfatti i seguenti parametri:

  • Il richiedente deve presentare un ammontare di compensi o di ricavi non superiori a 5 milioni di euro, relativi all’anno di imposta 2019;
  • L’ammontare del fatturato e dei corrispettivi relativi al mese di aprile 2020 devono risultare inferiori di almeno due terzi rispetto all’ammontare del fatturato e dei corrispettivi relativi al mese di aprile 2019; tale requisito non si applica ai soggetti che abbiano iniziato la propria attività successivamente al primo gennaio 2019. Altresì esclusi dall’applicazione del requisito sono tutti coloro che si trovavano in situazioni di calamità già prima dell’insorgere dello stato di emergenza dovuto al Covid-19.

Come si calcola il contributo a fondo perduto? 

Entrando nello specifico del calcolo di quanto effettivamente spetti a titolo di contributo, la norma ai commi 5 e 6 prevede specifiche modalità di calcolo, che si basano fondamentalmente sull’applicazione di una percentuale sulla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

In particolare, avendo come parametro il periodo d’imposta precedente rispetto a quello di entrata in vigore del decreto (quindi il 2019):

  1. Per i ricavi fino a 400.000 euro: la percentuale del contributo è del 20%
  2. Per i ricavi compresi tra 400.000 ed 1 milione di euro: la percentuale del contributo è del 15%
  3. Per i ricavi superiori ad 1 milione e fino a 5 milioni di euro: la percentuale del contributo è del 10%.

In ogni caso, il contributo spettante non può essere inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per le persone giuridiche.

Per comprendere meglio come si calcola l’importo esatto, facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo che la tua azienda abbia registrato nel 2019 ricavi per € 500.000, rientrando dunque nell’ipotesi b) che prevede una percentuale del 15%. I ricavi registrati nell’aprile 2019 sono stati pari ad € 50.000, mentre nell’aprile 2020 ad € 10.000; in questo caso, la tua impresa avrà diritto ad un contributo a fondo perduto di € 6.000 (cioè pari ad € 40.000 – differenza tra aprile 2019 e aprile 2020 – moltiplicato 15%).

Come si presenta la domanda per ottenere il contributo a fondo perduto?

La modalità di effettuazione dell’istanza andrà presentata in via esclusivamente telematica.

Per un primo contatto gratuito contattaci cliccando sulla nostra landpage.

L’autocertificazione di regolarità antimafia

Certamente poco pratico, in questo periodo di distanziamento sociale e chiusura degli uffici pubblici, è il requisito essenziale dell’autocertificazione di regolarità antimafia previsto dalla normativa.

Se infatti l’istanza, pur restando ancora non chiarissima nei dettagli almeno sino a quando l’Agenzia delle Entrate non emanerà le disposizioni attuative, risulta piuttosto definita nei suoi requisiti essenziali, un problema piuttosto serio è rappresentato dalla necessità di dichiarare che tutti gli interessati (amministratori, soci di maggioranza, consorziati ecc) non ricadano nel divieto di concessione di contributi da parte dello Stato in base, appunto, alla normativa Antimafia.

Le sanzioni in caso di false dichiarazioni, infatti, sono molto gravi:

  • Reclusione da 2 a 6 anni;
  • Confisca dei beni;
  • Sanzioni fiscali che vanno dal 100% al 200% della somma indebitamente ricevuta.

Sarebbe stato allora forse più opportuno identificare più nello specifico le responsabilità penali in caso di dichiarazioni false, soprattutto nell’ipotesi in cui l’istanza con relativa autocertificazione antimafia venga presentata da un legale rappresentante o da un professionista delegato.

Come verrà erogato il contributo? 

L’Agenzia delle Entrate erogherà il contributo mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario.

Anche l’attività di controllo e di accertamento è attribuita all’agenzia delle entrate.

Decreto Rilancio – contributo a fondo perduto: conclusioni 

La fase 2 è ormai stata avviata con successo, ma gli impatti negativi che la pandemia ha avuto su moltissime realtà imprenditoriali sono purtroppo ancora molto evidenti.

Il nuovo Decreto Rilancio ha cercato, attraverso l’introduzione del contributo a fondo perduto in favore di imprese e liberi professionisti, di fornire un aiuto concreto a chi si sia trovato all’improvviso a fare i conti con un importante deficit di liquidità.

La misura introdotta è sicuramente da accogliere con estremo favore, sarà una corsa contro il tempo prima che il fondo esaurisca le disponibilità?

Non perdere tempo e contattaci.

Chiedici di più!

Scrivici su whatsapp
Scan the code