Finanziamenti fino a 25.000 euro mai erogati?

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Il decreto Liquidità che ha tanto ingolosito le piccole e medie imprese durante l’emergenza Coronavirus sta silenziosamente mostrando un lato oscuro. Come purtroppo accade in Italia, e non raramente, gli aiuti forniti celano però un “patto con il diavolo” dalle conseguenze irreversibili. È il caso dei famosi prestiti con tetto massimo 25.000 garantiti dal Fondo Garanzia per le PMI.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo di cosa si tratta.

Finanziamenti del Fondo di Garanzia per PMI: cosa sono?

Per andare incontro alle innegabili difficoltà che il Covid-19 ha causato sia economicamente che socialmente, il Governo, attraverso il decreto Liquidità (D.L. n.23/2020), ha stabilito che tutte le aziende in possesso di determinati requisiti possono chiedere una garanzia per prestiti fino a 25.000 euro.

Tale strumento coprirebbe il 100% dell’importo richiesto e viene concesso attraverso modalità apparentemente semplificate. In sostanza si tratta di un prestito che piccole e medie imprese possono richiedere alla banca, purché in grado di dimostrare i danni subiti a causa dell’epidemia Covid-19. Il finanziamento ha però determinate caratteristiche:

  • deve portare nuove risorse in azienda;
  • la durata massima è di 6 anni;
  • il rimborso del capitale non può avvenire prima di 24 mesi;
  • deve essere realizzato a condizioni favorevoli di tasso.

La garanzia verrebbe rilasciata in modo gratuito e automatico.

Come richiedere il finanziamento? 

La modalità con cui richiedere il prestito è all’apparenza semplificata, ma è in proprio in sede di compilazione dei documenti, che si nascondono le insidie. Vediamo quali sono i documenti da fornire per ottenere il finanziamento:

  • l’autocertificazione in grado di dimostrare di aver subito dei danni a causa del Coronavirus:
  • i documenti di bilancio o un documento fiscale, validi per stabilire l’idoneità del prestito rispetto ai ricavi prodotti dall’azienda;
  • il modulo per la richiesta di garanzia al Fondo di Garanzia accompagnato da una copia di documento di riconoscimento in corso di validità.

I principali ostacoli che rendono impossibile l’ottenimento del prestito

Errori nella compilazione

È proprio durante la compilazione che vengono a galla alcune incongruenze, o meglio tali minuziosità, impossibili da comprendere, vista anche la fretta nella compilazione per ottenere il prima possibile il prestito, specie se in forte crisi.

  1. Innanzitutto la compilazione stessa della domanda, impossibile da fare senza l’aiuto di un tecnico. Alcune banche infatti vogliono andare nello specifico, chiedendo persino la distinzione tra micro, piccola o media impresa. Ciò vuol dire dover calcolare e quindi dichiarare i dipendenti, in particolare gli occupati, la cui definizione corrisponde ad un concetto specifico che non tutti gli imprenditori conoscono.
  2. Imprecisioni su come valutare se c’è stato un danno o meno. Non è così semplice infatti, perché dichiarare il “danneggiamento dell’attività (in assenza della chiusura forzata nel caso delle imprese che hanno continuato ad operare) potrebbe rivelarsi una dichiarazione non veritiera”.
  3. All’interno della modulistica bisogna anche specificare se il richiedente ha usufruito di altri “aiuti sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali” Ad esempio, i famosi 600 per i lavoratori autonomi, sono da considerare o no?

Tecnicismi e richieste esagerate

Non solo la precisione richiesta per la modulistica, ma anche una lieve esagerazione da parte degli istituti di creditoche chiedono appesantimenti istruttori, documentazioni aggiuntive e valutazioni di merito creditizio. Richieste che più che per approfondire rendono più lunghi i processi per ottenere il finanziamento.

Perché bisogna stare attenti durante la compilazione?

Perché ci preme segnalare queste insidie tecniche che caratterizzano la richiesta del finanziamento dal Fondo di Garanzia? Perché la stessa modulistica prevede una dichiarazione dal seguente contenuto:

“Il soggetto consapevole delle responsabilità anche penali derivanti dal rilascio di dichiarazioni mendaci e della conseguente decadenza dai benefici concessi sulla base di una dichiarazione non veritiera ai sensi degli articoli 75 e 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, richiede l’agevolazione sotto forma di garanzia prevista dalle leggi n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e 266/97 (art. 15), qualificabile come aiuto di Stato ai sensi dell’art. 87 del Trattato dell’Unione Europea”

Qualora infatti, lo sfortunato imprenditore sia vittima di una revoca dell’agevolazione fruita a causa di un suo errore in buona fede, sarà obbligato a riversare al Fondo di Garanzia l’intero importo ottenuto, nonché a pagare le sanzioni previste. Vi ricordiamo infatti che trattandosi di un rilascio automatico e gratuito la banca può erogare il finanziamento dopo una verifica formale del possesso dei requisiti, anche senza aspettare l’esito dell’istruttoria del Fondo.

Il finanziamento dal Fondo di Garanzia per PMI: molte aziende ne hanno sentito il profumo, ma sono ancora troppe quelle che non lo hanno ancora visto.

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