La pace fiscale: cos’è, come funziona

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La pace fiscale è l’ultimo ma probabilmente il più atteso argomento del ciclo fiscale che andremo ad analizzare. Abbiamo infatti cominciato con gli studi di settore e le novità fiscali, per poi passare agli indici ISA e alla fatturazione elettronica.

Oggi ci occuperemo  di un tema di grande attualità, che ancora oggi presenta dei punti da chiarire e resta in parte incompiuto. Vediamo però quelle che sono le notizie certe a oggi e cosa cambierà il prossimo anno.

La pace fiscale: cos’è, come funziona e come si attiva il condono fiscale previsto dal governo

In questi giorni i notiziari, i quotidiani e il web sono in fermento per quanto riguarda non solo la legge di bilancio e il DEF, ma anche e soprattutto per l’ormai celeberrima pace fiscale.

Tutto è cominciato quando il vicepremier Di Maio ha accusato ignoti di aver modificato il testo del decreto fiscale. A quel punto il premier Giuseppe Conte ha convocato una seduta d’urgenza del Consiglio dei Ministri per sabato 20 ottobre, il cui risultato è stato proprio l’approvazione della pace fiscale.

Lo scopo di questa misura è quello, come il nome suggerisce, di trovare un accordo tra i contribuenti e il fisco, consentendo così a coloro che sono stati oggetto di alcuni tipi di sanzioni di regolarizzare la loro posizione. Ovviamente la pace fiscale non sarà applicata indiscriminatamente a tutti, ma sarà soggetta invece ad alcune condizioni.

Nel momento in cui vi scrivo non è ancora disponibile il testo della pace fiscale, perché non è stata inserita nel decreto fiscale 2019 già pubblicato in Gazzetta , ma sarà invece oggetto di emendamento quando il decreto verrà convertito in legge dal Parlamento. Vediamo quindi in dettaglio cosa prevede la norma.

La manovra fiscale 2019 e le misure previste

Abbiamo detto che lo scopo della pace fiscale è quello di consentire ai contribuenti che si trovano in difficoltà di regolarizzare la propria posizione, pagando a seconda della disponibilità economica e rateizzando l’importo attraverso un piano concordato dal principio.

Ma, in concreto, cosa prevede il decreto della manovra fiscale 2019 e come si propone di raggiungere questo obiettivo?

Prima di capire come la pace fiscale andrà a modificare gli importi dovuti dai contribuenti dobbiamo fare un passo indietro e capire le misure  previste dalla stessa manovra fiscale, di cui la pace fiscale è lo step successivo.

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Le sanatorie

Ricordi quando abbiamo parlato del momento in cui si ricevono le sanzioni? Ecco, con la manovra fiscale sarà possibile correre immediatamente ai ripari. Potrai infatti sanare il verbale di constatazione ricevuto ripresentando la dichiarazione corretta, senza dover pagare sanzioni e interessi.

Inoltre, la sanatoria riguarda anche gli avvisi di accertamento, rettifica e liquidazione. Non saranno previsti interessi e sanzioni per gli atti notificati entro l’entrata in vigore della legge, purché non siano già stati contestati.

Il condono

la pace fiscale e i condoniMa la misura più importante è proprio quella che riguarda il condono fiscale per alcuni soggetti. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, poiché con questa misura si supera la forma mentis del recupero a tutti i costi, e si performa invece un’analisi costi/benefici. Molto spesso, infatti, le spese per il recupero di somme molto esigue è più oneroso dell’importo stesso, generando così una perdita per tutti i soggetti coinvolti.

Dunque, il CdM ha introdotto il condono di alcune cartelle esattoriali. In sostanza, se i contribuenti sono in difficoltà nel pagare le cartelle, si attiva un piano che tiene conto del reddito ISEE – se persone fisiche – e indice di liquidità – per le imprese. Tre scaglioni di aliquote – al 6, 10 e 25%, saranno applicate a seconda del soggetto coinvolto.

La novità che però ha suscitato più scalpore è però quella del condono delle cartelle esattoriali inferiori a 1000 €. Le cartelle datate tra il 2000 e il 2010 inferiori ai 1000 €, infatti, verranno automaticamente cancellate, proprio perché le spese di recupero saranno più alte dell’importo stesso.

Non sarà necessaria alcuna richiesta da parte del contribuente, poiché l’annullamento avverrà in maniera automatica. L’utente potrà però verificare la sua situazione e l’annullamento del debito accedendo alla sua area riservata.

Da questa misura sono escluse alcune tipologie di cartelle, tra cui quelle relative a multe e sanzioni conseguenza di procedimenti di condanna e debiti frutto del recupero degli aiuti di Stato e rigettati dall’UE.

Se l’utente ha già provveduto a risanare parte del debito prima del 24 ottobre, quella somma non potrà essere recuperata. Se invece c’è stato qualche versamento dopo il 24 ottobre, la cifra sarà automaticamente destinata a risanare altri debiti pregressi. In assenza di questi, verrà rimborsata.

La rottamazione

Infine, per le cartelle dal 2000 al 31 dicembre 2017 che non rientrano nella misura del condono il decreto prevede una rottamazione con l’eliminazione di interessi e sanzioni. Inoltre, sarà possibile usufruire di un piano di rateizzazione di 5 anni.

La pace fiscale e le sue aggiunte

La pace fiscale interviene dopo l’approvazione del decreto aggiungendo ulteriori dettagli. Quello più importante si chiama “Saldo e stralcio cartelle esattoriali”. In cosa consiste?

Con questa misura i contribuenti – persone fisiche e società – possono ottenere il condono di interessi, sanzioni e parte della quota capitale, e pagarne solo una percentuale che si determina tenendo conto del reddito e della liquidità del momento.

Ovviamente la situazione di difficoltà economica, tale da pregiudicare il pagamento della somma dovuta, deve essere adeguatamente documentata. Una volta accertata, parte la misura che prevede, come abbiamo visto sopra, tre aliquote al 6, 10 e 25%, da calcolare in base alla situazione economica stessa.

Per poter usufruire di questo beneficio i contribuenti dovranno presentare un’apposita domanda, i cui dettagli saranno comunicati successivamente, a cui affiancare la dichiarazione che attesti la situazione economica.

Come funzionano le aliquote?

Le tre aliquote andranno a suddividere il reddito ISEE in scaglioni:

  • Redditi molto bassi, ossia fino a 15000 €: aliquota al 6%;
  • Redditi bassi, tra 15000 e 22000 €: aliquota al 10%;
  • Tetto massimo di 30000 €: aliquota al 25%.

Sarà inoltre possibile optare per una rateizzazione di 10 mesi per il pagamento dell’importo venuto a definirsi.

L’attestazione del reddito

Per le persone fisiche, il modulo ISEE sarà sufficiente per attestare la situazione economica e verificare così in quale scaglione si rientra. Ma cosa succede invece per le imprese?

In tal caso, a far fede non può essere l’ISEE, ma sarà invece l’indice di liquidità.

Questo, per chi non lo conoscesse, è un indice di bilancio utilizzato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione o comunque dall’ente preposto alla riscossione per determinare la capacità contributiva dell’impresa o della società.

Gli scaglioni delle aliquote per le imprese sono quindi i seguenti:

  • 6% per un indice di liquidità fino allo 0,3%;
  • 10% per un valore tra lo 0,3 e lo 0,6%;
  • 25% per valori tra lo 0,6 e lo 0,8%.

Ulteriore condizione per l’accesso a questi condoni è che il debito superi il 20% del valore della produzione.

L’impresa che soddisfa questi requisiti può quindi accedere ai benefici concessi dalla pace fiscale.

Vuoi accedere a questi e agli altri benefici previsti?

Vito De Giglio

Area Fiscale


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