Il calcolo tasse regime forfettario è molto utile per capire quali sono le imposte che dovremo andare a pagare nel corso dell’anno.
Nonostante il regime forfettario preveda infatti alcune agevolazioni, è comunque importante avere un tax planning che permetta di pianificare spese e progetti futuri.
Vediamo quindi quali sono le novità in materia e perché è importante effettuare un calcolo tasse regime forfettario, tenendo conto delle semplificazioni previste.
Calcolo tasse regime forfettario: come funziona e le agevolazioni a disposizione
Molti imprenditori negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di aprire la propria impresa ricorrendo al nuovo regime forfettario. Si tratta di una novità introdotta dalla Legge di stabilità del 2015 , e successivamente riformata dalla legge 208/2015 (la Legge di stabilità 2016).
Una possibilità quindi molto recente, ma che è stata immediatamente accolta dai piccoli e medi imprenditori che possono godere delle semplificazioni e delle agevolazioni previste dal regime forfetario stesso.
Questa possibilità è stata pensata proprio per permettere agli imprenditori che guidano un’attività di piccole dimensioni di destreggiarsi più facilmente nel labirinto burocratico e finanziario che generalmente caratterizza queste imprese.
Come funziona il calcolo tasse regime forfettario
Alla base di questo regime, come abbiamo detto, ci sono alcune agevolazioni in materia burocratica e fiscale.
Innanzitutto, il reddito imponibile è calcolato con il coefficiente di redditività da applicare ai ricavi effettivi. Il coefficiente di redditività indica la quota dei ricavi su cui calcolare le imposte e la quota che invece non viene sottoposta alla tassazione in quanto spesa forfettaria.
Importante per il calcolo tasse regime forfettario è l’applicazione dell’aliquota: questa, infatti, è differente da quella riservata al regime ordinario. L’aliquota per il regime forfettario è generalmente del 15%, tuttavia in alcuni casi per i primi 5 anni di attività può scendere addirittura al 5%.
Ci sono delle differenze rispetto al regime ordinario anche per quanto riguarda l’aspetto contributivo. Se il soggetto svolge infatti attività di impresa artigiana o commerciante è possibile richiedere la riduzione del 35% sui contributi INPS.
Ovviamente requisito fondamentale per poter operare con il regime forfettario è quello di risiedere in Italia o produrre almeno il 75% dl reddito sul territorio italiano.
Obblighi ed esenzioni
Sono anche altre le caratteristiche che appartengono al regime forfettario. Ad esempio, non esiste, a differenza del regime ordinario, un obbligo di registrazione di fatture e acquisti. Allo stesso modo, non c’è l’obbligo di conservare i documenti se non le fatture di acquisto e le bollette doganali. Non c’è obbligo di dichiarazione dell’IVA, né l’addebito dell’IVA stessa sulle fatture emesse.
Le novità per il calcolo tasse regime forfettario del 2019
Ma con l’ultima Legge di stabilità approvata dal governo gialloverde sono state introdotte ulteriori novità per la gestione del regime forfettario.
Già a partire dal 1° gennaio, infatti, la Flat Tax a cominciato ad avere validità per tutte le imprese e i liberi professionisti che hanno un ricavo massimo di 65000 € annui.
La Flat Tax, annunciata lo scorso anno dal governo, avrà un’applicazione progressiva nel corso dei prossimi anni.
Un’altra novità introdotta dalla Legge di Bilancio è l’estensione del regime forfettario, la cui soglia massima si alzerà a 100000 € invece dei 65000 € attualmente vigenti. In questo caso, è da tenere a mente per il calcolo tasse regime forfettario che l’imposta sostitutiva sarà pari non al 15% come per la soglia precedente, ma al 20%. Decade, però, l’esenzione dall’obbligo di fatturazione elettronica.
La crescita delle partite IVA
Fin dall’approvazione della legge, lo scorso anno, si è registrato un costante aumento dell’apertura di partite IVA, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore.
Sembra che la maggior parte di questi nuovi imprenditori siano ex dipendenti e pensionati, che non si sono fatti sfuggire la golosa opportunità. Ben 26000 delle nuove partite IVA, infatti, appartengono alla fascia d’età che va dai 51 ai 65 anni, con una predilezione per il settore delle consulenze tecniche. Altra fetta rilevante degli ex dipendenti appartiene alla fascia dei 30enni, facilmente identificabile con i giovani a cui è scaduto un contratto a termine e che hanno deciso di tentare l’avventura della libera professione.
Tuttavia, siccome parte di questa nuova ondata comprende anche qualche falsa partita IVA che potrebbe approfittare del calcolo tasse regime forfettario, si è stabilito il divieto di percepire compensi da datori di lavori dipendente nei 2 anni successivi all’apertura dell’impresa.
I nuovi requisiti del 2019
La stessa Legge di Bilancio ha modificato alcuni dei requisiti per il regime forfettario. Il Governo ha infatti deciso di eliminare:
- Il limite di 5000 € per le spese di lavoro accessorio e dipendente e per i compensi dei collaboratori;
- I 30000 € di limite per il reddito da lavoro dipendente percepito (sostituito dal divieto di cui abbiamo parlato prima)
- Il limite di 20000 € per il costo dei beni strumentali.
L’imposta al 5%
Abbiamo detto che ci sono casi in cui, per i primi 5 anni di attività, per il calcolo tasse regime forfettario si debba considerare un’aliquota del 5%. Quando può accadere?
Quest’aliquota si applica quando:
- Il soggetto non ha esercitato attività artistiche, professionali o d’impresa nei tre anni precedenti l’avvio dell’attività;
- L’impresa avviata non sia la prosecuzione di una precedente attività di lavoro dipendente (fatta eccezione per i casi in cui sia obbligatorio un periodo di formazione precedente).
La scelta del regime forfettario è sicuramente allettante, ma deve essere ben ponderata. Anche nel regime ordinario, infatti, esistono delle agevolazioni, come quelle per la situazione familiare. Si tratta quindi a questo punto di effettuare un’analisi costi/benefici che permetta di scegliere l’alternativa migliore.